
Giovanni Balbinot: un “fisico da agricoltore”
Una passione che viene seguita è il miglior modo per amare il proprio lavoro! Così inizia l’intervista a Giovanni Balbinot, titolare dell’azienda Prati di Meschio a conduzione familiare situata nell’omonima zona del comune di Vittorio Veneto: avviata da suo nonno nel 1955.
Da dove inizia la sua avventura?
“Non è un caso che, dopo dieci anni come ricercatore prima all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Legnaro (PD), poi al CERN di Ginevra e infine al CNAO di Pavia, abbia restituito le braccia all’agricoltura iniziando a lavorare in campagna! Avevo un nonno che lavorava come fisico e uno che era proprietario dell’azienda agricola da dove è nato tutto.”
Pensa che ci siano assonanze tra questi due percorsi diversi?
“Certamente il modo di pensare e il metodo acquisito durante il mio lavoro come fisico mi ha portato a saper gestire al meglio un’azienda.“

Giovanni Balbinot: “…quando i cervelli fuggono in campagna….”
Cosa producete in azienda?
“Oltre alla produzione di prosecco, ci occupiamo anche della produzione di birra, orzo, e abbiamo un allevamento di suini da cui produciamo salumi nel rispetto del protocollo delle “Piccole Produzioni Locali” della Regione Veneto e uno di galline che è a terra e all’aperto. In più, da circa un mese, abbiamo piantato un uliveto con l’idea di usare gli stessi attrezzi per il vigneto e ridurre il lavoro manuale.“
Che caratteristiche ha il vostro prosecco?
“Un vino molto profumato, leggero e dal basso residuo zuccherino tipico della bacca di vite Glera vinificata in purezza. Ha spiccata acidità e freschezza ed è ottimo per accompagnare aperitivi, ma anche a tutto pasto.“
Ci sono degli eventi che organizzate o a cui partecipate?
“La sera del 5 gennaio, viene organizzato, in concerto con le famiglie confinanti, il rito del Panevin: si accende un grande falò propiziatorio in cima al quale si brucia “la vecia”, un fantoccio che incarna tutte le malefatte dell’anno appena concluso. Bevendo vin brulé e mangiando la pinza (tipico dolce veneto cotto sotto le braci del focolare per la festa dell’Epifania, n.d.r.). Un rito che riunisce tutte le famiglie del territorio ed è di buon auspicio per l’anno nuovo.“

Quali sono i prossimi passi, soprattutto dopo un anno così difficile?
“Forse proprio per formazione, cerco di seguire tutto ciò che è tecnologia applicata all’agricoltura. Gli attrezzi che abbiamo sono moderni, ma stanno nascendo applicazioni di droni e robot per avere lavorazioni in campo più efficienti e a minor impatto energetico. Queste applicazioni sono poco più che in fase di sperimentazione, ma le seguo da vicino sperando di averle presto a disposizione. Un test sperimentale con dei droni per le viti era previsto lo scorso anno nel nostro vigneto, ma poi si è dovuto purtroppo rimandare a causa della pandemia.”
Invitiamo tutti ad assaggiare il loro prosecco e a brindare ad una bella ripresa di tutte le aziende del comparto vinicolo e alimentare! W il Made in Italy!
