L’aceto balsamico di Modena protagonista: tra formazione e promozione internazionale

L’aceto balsamico di Modena protagonista: tra formazione e promozione internazionale

Dall’Emilia Romagna al mondo: il Consorzio tutela l’autenticità dell’aceto balsamico e punta su formazione e degustazioni per conquistare nuovi mercati.

In un’intervista esclusiva, in occasione dell’incontro organizzato da ORIGIN a Ginevra, Federico Desimoni, rappresentante del Consorzio di tutela dell’aceto balsamico di Modena, ha condiviso i dettagli su un’interessante collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier (AIS) e sul futuro della promozione di questo celebre prodotto italiano.

“Siamo partiti con una collaborazione con l’AIS Toscana, una delle delegazioni più importanti in Italia,” ha spiegato il nostro intervistato. “Andiamo a fare lezione nei loro corsi, ma abbiamo anche creato un master specifico per sommelier. In Toscana abbiamo già coinvolto diverse delegazioni”.

Un progetto in evoluzione

Attualmente, l’iniziativa è circoscritta alla Toscana. “Per ora sì, perché stiamo gestendo direttamente come consorzio. Non esistono ancora sommelier specializzati in aceto balsamico di Modena. Questa è un’iniziativa per sondare l’interesse e, possibilmente, strutturare un percorso di formazione più lungo,” ha aggiunto Desimoni.

Le sessioni attualmente offerte, della durata di 3-4 ore, sono dedicate a sommelier già formati. Durante queste serate, si approfondiscono spiegazioni e degustazioni. “Vorremmo poi creare un percorso formativo più completo, mirato a diventare sommelier dell’aceto balsamico,” ha detto Desimoni, aggiungendo che l’obiettivo è anche esportare questo modello formativo in altre regioni e, in futuro, in Europa.

Promozione a tutela del prodotto

Uno dei temi più rilevanti è la protezione dell’autenticità del prodotto. “L’aceto balsamico di Modena è spesso imitato, più che contraffatto. Si tratta di sounding: si utilizzano nomi o etichette che evocano il prodotto originale, senza rispettarne l’autenticità. Questo inganna i consumatori, soprattutto all’estero, dove il nome ‘balsamico’ viene spesso sfruttato senza alcuna certificazione.”

Immagini della serata

Secondo Desimoni, “la frode vera e propria è rara. Tuttavia, il sounding rimane una sfida costante, che penalizza la reputazione del prodotto e confonde il consumatore.”

Un’esperienza culturale e gastronomica

La promozione dell’aceto balsamico passa anche attraverso il turismo e le degustazioni. “Il 90% della produzione viene esportato fuori dall’Italia e oltre il 50% fuori dall’Europa, con gli Stati Uniti come primo mercato. Negli ultimi anni, però, è cresciuto l’interesse per le visite a Modena e dintorni. Le persone vogliono scoprire come nascono i prodotti a Indicazione Geografica, come il nostro aceto balsamico, il parmigiano reggiano e il prosciutto di Parma”.

La regione Emilia Romagna si conferma un polo di attrazione per il turismo enogastronomico. “Qui il cibo è il vero driver. Non è come in Toscana, dove i turisti scoprono il vino durante visite culturali. Da noi vengono direttamente per i prodotti e, solo dopo, scoprono le bellezze delle città come Modena, Parma e Bologna,” ha sottolineato Desimoni.

Progetti futuri: dalla Svizzera all’Europa

Tra gli obiettivi del consorzio c’è l’organizzazione di eventi internazionali per promuovere l’aceto balsamico. “Stiamo lavorando a un format per portare il prodotto a Ginevra e in altre capitali europee nel 2024. L’idea è partire da un pubblico di sommelier e appassionati, per poi ampliare la conoscenza del prodotto”.

Un progetto ambizioso, che mira non solo a far conoscere l’aceto balsamico autentico, ma anche a rafforzare il legame tra tradizione, territorio e innovazione.

Paola Proietti

Romana, classe ’77, giornalista professionista dal 2008, ha lavorato per radio, televisione, web e anche la vecchia carta stampata. Conduttrice, redattrice, speaker, ghost-writer, ha avuto esperienze anche come addetto stampa e organizzatrice di eventi. Dal 2014 è reporter freelance e videomaker. Adora il giornalismo d’inchiesta, tanto che nel 2005 ha vinto il premio ILARIA ALPI per aver portato alla luce un giro di doping in una società di ciclismo giovanile. Da sette anni vive in Svizzera, dove opera principalmente come giornalista e video maker per testate web. E’ mamma di due bambine e organizza eventi culturali con il Gruppo genitori Ginevra.

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