
Italian Leaders: Luigi Guarnaccia: dalla “Milano da bere” a Ginevra, una vita dedicata alla ristorazione e all’Italia nel mondo
Qual è il contributo dell’Italia alla cosiddetta “Ginevra Internazionale”? Quale ruolo giocano imprenditori e professionisti italiani in una città che rappresenta uno dei nodi centrali dell’economia globale? Quali scenari si delineano per Ginevra in un mondo in rapida e profonda trasformazione?
Con la rubrica Italian Leaders, curata dal nostro Direttore Massimo Vittori, La Voce di Ginevra esplora questi interrogativi attraverso interviste periodiche a figure emblematiche della comunità italiana a Ginevra. Un viaggio tra storie di visione e resilienza, per raccontare il volto di un’Italia che contribuisce con competenza e passione alla crescita della città.
Davanti a un piatto di “pasta ammiscata” – servita con calamari, gamberi, cozze e ceci – ho incontrato Luigi Guarnaccia presso il ristorante Capocaccia, nel cuore di Ginevra a pochi passi dalla Vieille-Ville. Tra le pareti di legno esotico, velluti e scaffali colmi di pregiate bottiglie di vino, l’atmosfera della “Dolce Vita” aleggia nell’aria. Imprenditore italiano con oltre 30 anni di esperienza nel settore della ristorazione, fondatore del gruppo Luigia –una realtà ormai simbolo della cucina italiana in Svizzera e oltre – Luigi ci ha raccontato la sua storia e ci ha parlato dei valori che guidano il suo lavoro, nello sforzo quotidiano di portare l’Italia nel mondo… senza perdere il sapore delle origini.
La Voce di Ginevra – Caro Luigi, è un piacere averti con noi. Sappiamo bene che il successo non è mai frutto del caso, ma di passione, sacrifici, duro lavoro e anche di qualche fallimento. Ti va di raccontarci com’è iniziata la tua avventura nel mondo della ristorazione?
Luigi Guarnaccia – Piacere mio, caro Massimo. Certo. Dobbiamo fare un passo indietro al 1985, quando ancora non c’erano i Personal Computers. Eppure, c’era la sensazione che le opportunità fossero davvero infinite. Eravamo a Milano, nel cuore degli anni d’oro della finanza e della moda, la celebre “Milano da bere”. Immagina un computer grande quanto una stanza: era l’IBM 36, che coordinava le ordinazioni per il mio primo progetto, “Pizza Express”. Si trattava di un servizio di consegna a domicilio. Un’idea innovativa per l’epoca, che anticipava il food delivery. Avevo creato una rete di cinque punti di produzione, monitorando in tempo reale i tempi di preparazione e consegna delle pizze. Ma era un progetto forse troppo avanti sui tempi, e si concluse con un insuccesso. Tuttavia, posso dire che si è trattato di un’esperienza che mi ha permesso di crescere e imparare molto sul mondo dell’impresa.
La Voce di Ginevra – Come ci si rialza dopo una caduta?
Luigi Guarnaccia – È stata una vera e propria traversata del deserto. Il fallimento negli Stati Uniti rappresenta una tappa di un percorso spesso complesso, un passo comprensibile nella ricerca del successo. Ma in Italia, purtroppo, è spesso visto come una macchia, un errore da cui non ci si riscatta facilmente. L’accesso al credito, ad esempio, così fondamentale per un imprenditore, diventa impossibile. Ma sai una cosa? Non bisogna mai perdersi d’animo! La passione e la determinazione sono le chiavi per superare qualsiasi ostacolo. Bisogna continuare a sviluppare idee, bussare alle porte di chi può vedere il valore dei nostri sogni, senza mai arrendersi. È così che ho continuato nel mio percorso: da “Piedra del Sol”, per portare i ristoranti messicani in franchising in Italia, a “el Tropico Latino” nel cuore del jet-set romano. E poi “Panino Giusto”, con il mio ritorno nella “Milano da bere”, fino a Capocaccia, partito da Montecarlo per poi raggiungere Giakarta, Ginevra e Alassio. Il camino non è mai stato agevole. Eppure, a ogni passo, caduta o conquista, qualcosa dentro di me continuava a spingermi avanti, come se fermarsi non fosse mai davvero un’opzione. È stato questo spirito che, passo dopo passo, mi ha permesso di crescere, imparare e affrontare nuove sfide con rinnovata energia. La chiave è credere in sé stessi e nei propri sogni, lottando sempre con passione per realizzarli e rimanendo aggiornati sull’evoluzione del mondo.
La Voce di Ginevra – E così, passo dopo passo, sei arrivato a Ginevra. E il resto – come direbbe Jerry Kramer – è storia. Ci racconti la tua esperienza nella città di Calvino?
Luigi Guarnaccia – Sono arrivato a Ginevra nel 2000, e dopo avere aperto con successo Capocaccia nel 2005 ho messo insieme otto soci con cui abbiamo dato vita al ristorante Quirinale. L’obiettivo era creare un punto di riferimento per la cucina italiana, raffinata e al passo con i tempi. Purtroppo, a causa di divergenze con gli altri soci, ho lasciato il progetto già nel 2008, per poi ricomprarlo nel 2015…
Un’altra crisi, nel 2008 come alla fine degli anni Ottanta, che è stata alla base di una ripartenza. Con Quirinale avevo scoperto un talento, Enrico Coppola, che mi fece da consulente per la parte pizzeria e che sarebbe poi diventato il partner della vita… Nel 2010 fondai Luigia in un garage a Ginevra. Un’idea semplice: portare in Svizzera una cucina italiana autentica, fatta di piatti tradizionali e di una pizza preparata con rigore e passione, immersa però in un ambiente dove innovazione sostenibile e precisione svizzera si incontrano. Con Enrico, con cui ci eravamo trovati benissimo cinque anni prima, ci siamo capiti subito. Una stretta di mano che ha sancito un’intesa immediata per condividere il successo quando raggiunto; e così si trasferì da Torino con due gemelline di pochi mesi per mettersi ai comandi del primo ristorante di quella che poi è diventata una discreta serie e che ha messo a punto il modello di business unico di Luigia: un ristorante – una persona associata. Luigia è un omaggio alle nostre nonne, alla lentezza del buon cibo, alla condivisione e all’amore per la tavola. Oggi, con oltre sessanta proposte di pizza, abbiamo ottenuto riconoscimenti importanti come i “Tre Spicchi” nella guida “Top Italian Restaurants” del Gambero Rosso 2023. Gli spazi dei nostri ristoranti, inoltre, spesso ricavati da edifici post-industriali, raccontano una storia fatta di design contemporaneo e tradizione, con dettagli – come le porcellane Ginori dell’epoca Quirinale – che impreziosiscono ogni tavola. Da Ginevra, abbiamo allargato i confini, portando Luigia e la sua filosofia in altre città svizzere come Losanna, Nyon, Friburgo, Sion, Zurigo, e persino fino a Dubai.
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La Voce di Ginevra – Quali sono le prospettive e le sfide del settore della ristorazione a Ginevra e nel mondo?
Luigi Guarnaccia – Parliamo di un mestiere complesso, oggi più che mai. La concorrenza è altissima. Uno degli aspetti più delicati è riuscire a creare e mantenere squadre solide, affiatate, che posseggano e aggiornino costantemente le tante competenze necessarie in un mondo in profonda trasformazione. Nonostante l’avanzare della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale, il nostro rimane un lavoro profondamente umano, fatto di relazioni, di empatia e di attenzione ai dettagli. Un’altra sfida è quella di rispondere al crescente desiderio delle persone di ritrovare autenticità e bellezza. Per questo il gruppo Luigia sta rinnovando i suoi sforzi per portare il bello e il buono dell’Italia all’estero. Per questo crediamo e investiamo nella sostenibilità, ad esempio attraverso il progetto Col di Lupo, un’area agricola in Toscana dove coltiviamo prodotti biologici destinati direttamente ai nostri ristoranti. È il nostro modo di garantire una filiera corta, trasparente e rispettosa dell’ambiente. C’è poi la Luigia Academy a Ginevra: non solo ristorante, ma anche centro di formazione e laboratorio di ricerca. Qui si sperimenta, si insegna, si innova. Offriamo corsi per appassionati, professionisti, famiglie e persino per bambini – i nostri “piccoli pizzaioli”. Per rispondere alle sfide del settore, un’altra direzione in cui crediamo molto è dare spazio e fiducia ai giovani. Ogni volta che apriamo un nuovo ristorante, il nostro modello prevede di affidarne la gestione a una figura giovane e motivata. Se dimostra capacità e ottiene risultati, ha la possibilità di diventare socio del locale. È così che costruiamo il futuro: con passione, responsabilità e condivisione.