
Alberto Manzi, l’insegnante che rivoluzionò l’istruzione pubblica italiana
Nato il 3 novembre 1924 a Roma, Alberto Manzi fu un insegnante innovatore e sperimentatore plurilaureato, oltre che uno scrittore e personaggio televisivo che lasciò un segno indelebile nella società italiana degli anni Sessanta e Settanta. Il suo approccio pionieristico all’insegnamento e il suo infaticabile impegno verso l’istruzione pubblica cambiarono la vita di milioni di persone.
Il percorso del «Maestro d’Italia» iniziò come insegnante nel secondo dopoguerra. Dopo aver prestato servizio nella Regia Marina durante il conflitto, scoprì che la sua vera vocazione era l’insegnamento. Nel 1946, accettò un impegnativo incarico presso il carcere minorile romano «Aristide Gabelli», dove riuscì a coinvolgere i giovani reclusi con racconti e metodi didattici decisamente creativi.
Il contributo più importante di Manzi all’istruzione pubblica italiana avvenne nel 1959, quando fu selezionato dalla RAI per condurre il rivoluzionario programma televisivo Non è mai troppo tardi
Il programma, trasmesso dal 1960 al 1968, mirava a combattere l’analfabetismo tra gli adulti italiani, che in alcune regioni meridionali arrivava al 30% della popolazione.
L’approccio semplice ed efficace di Manzi per insegnare le basi della lingua italiana, rendendola comprensibile e accessibile, e il suo dinamismo sullo schermo televisivo furono vincenti. Il futuro sindaco di Pitigliano (Grosseto) e autore del celebre romanzo Orzowei (1955) catturava l’attenzione degli spettatori guardando dritto in camera e utilizzando spesso solo un foglio di carta e una matita. Il suo stile coinvolgente e la sua ferma convinzione che chiunque potesse imparare a leggere e scrivere furono alla base del grande successo di Non è mai troppo tardi, che aiutò un milione e mezzo di italiani a conseguire la licenza elementare (35 000 solo nel primo anno di trasmissione).
Il successo del programma si estese ben oltre i confini italiani, venendo adattato e trasmesso in 72 paesi e affermando Manzi come pioniere dell’apprendimento a distanza. La portata dei suoi metodi era tale che nel 1987 fu invitato in Argentina per contribuire allo sviluppo del “Piano Nazionale di Alfabetizzazione” basato sul suo modello televisivo.
La dedizione di Manzi all’istruzione andava oltre l’aula e lo studio televisivo. Per più di 30 anni, si recò regolarmente nella foresta amazzonica per insegnare a leggere e scrivere alle popolazioni indigene. I suoi sforzi per dare potere a queste comunità attraverso l’istruzione lo misero spesso in contrasto con le autorità locali, subendo prigionia e torture. Nonostante fosse stato dichiarato persona non grata, Manzi continuò il suo lavoro clandestinamente fino al 1984.
I metodi didattici innovativi di Manzi e il suo incrollabile impegno per l’istruzione hanno lasciato un’eredità duratura. Le sue esperienze in Sud America ispirarono diversi romanzi, tra cui La luna nelle baracche (1974) ed El loco (1979).
Oggi, il suo lavoro continua a ispirare educatori in tutto il mondo, con progetti in corso al Dartmouth College per preservare e tradurre gli episodi di Non è mai troppo tardi per una nuova generazione di studenti.
Alberto Manzi scomparve il 4 dicembre 1997 a Pitigliano, lasciando un panorama educativo trasformato e milioni di vite migliorate grazie alla sua dedizione al potere dell’apprendimento. La sua opera rappresenta la testimonianza che, con il giusto approccio e un impegno incrollabile, non è mai troppo tardi per imparare.