I 25 anni di Dance Area

I 25 anni di Dance Area

La scuola di balletto ‘Dance Area’ di Ginevra con due suggestivi spettacoli al Bâtiment des Forces Motrices il 13-14 e 20-21 maggio ha celebrato i 25 anni della sua fondazione. Questo giubileo merita di essere ricordato e sottolineato, non solo per la riuscita degli spettacoli dal punto di vista artistico, per le belle coreografie, i magnifici costumi e le ricche scenografie, e per il grande successo di pubblico, ma soprattutto per la natura particolare e molto positiva di quanto si è visto nelle varie occasioni.

Due erano gli spettacoli proposti, il primo « Le messager à la rose » è stato ispirato all’ormai classico romanzo Le petit prince di Antoine de Saint-Exupéry, con un messaggio pedagogico molto preciso : prendiamo cura del nostro ambiente, naturale e umano, stando sempre all’ascolto del nostro cuore, come si legge in una magnifica frase del romanzo, ripresa nel programma di sala : « On ne voit bien qu’avec le coeur. L’essentiel est invisible pour les yeux ». I diversi quadri danzati percorrono le fiabe e le leggende popolari, in particolare quelle del Nord Europa, accompagnate con musiche di compositori come Edvard Grieg e Jan Sibelius. Il secondo spettacolo riprendeva il celebre balletto su musiche di Piotr Čajkovskij La bella addormentata nel bosco, ma con la sostituzione dei tradizionali re e regine con una madre e tutti i suoi legami affettivi, la famiglia, gli amici e le amiche, gli animali, i fiori e gli uccelli.

La qualità della danza e la bellezza estetica di ogni quadro realizzato non sono stati comunque i soli aspetti straordinari di questi spettacoli celebrativi. Vi sono altri elementi di grande valore sociale e umano che occorre mettere in rilievo e che possiamo designare con due sole parole: bellezza e integrazione. La bellezza è quella realizzata dai movimenti eleganti e plastici dalle ballerine e dei ballerini, dalla cura con cui sono state scelte le musiche, realizzate le coreografie, disegnati i vivaci costumi, utilizzate e luci e disegnate le meravigliose scenografie.

Ma è l’integrazione che ha rappresentato forse il tratto più distintivo degli spettacoli di Dance Area. In primo luogo la scelta coraggiosa e intelligente di integrare nei balletti tutte le allieve e tutti gli allievi della scuola, di ogni età e di qualsiasi livello di avanzamento tecnico, utilizzando nel migliore dei modi quanto ognuno poteva dare. E ogni partecipante ha potuto seguire le corrette indicazioni coreografiche,  svolgendo con bravura il proprio ruolo conformemente alla propria età (dalle bambine e bambini principianti sino agli adulti già professionisti), secondo le proprie capacità e livello di acquisizione delle necessarie competenze teoriche e corporali. In questo modo si è data anche ai più piccoli e persino ai debuttanti la possibilità di partecipare creativamente alla riuscita di uno spettacolo di grande valore estetico.

E poi questi spettacoli sono stati quasi un manifesto della volontà di integrazione della comunità ginevrina, perché su scena è stato possibile osservare tutti i colori della pelle e origini geografiche, ed egualmente nel pubblico si sono sentite risuonare numerose lingue e visti altrettanti aspetti tipici di tante popolazioni diverse. Un esempio quindi di integrazione, al massimo livello della vita culturale di una città che dell’accoglienza ha sempre fatto il suo segno distintivo e il suo simbolo.

Bernardino Fantini

Bernardino Fantini è professore emerito di Storia della Medicina e della Sanità presso l’Università di Ginevra. Nato a Nepi (Viterbo), dopo una laurea in biochimica all’Università di Roma nel 1974, ha ottenuto nel 1992 un dottorato in storia e filosofia delle scienze della vita all’EPHE-Sorbonne di Parigi. Dal 1990 al 2013, è stato direttore dell’Istituto di Storia della medicina e della salute dell’Università di Ginevra. E’ presidente dell’Istituto Italiano di Antropologia, dell’Association des Concerts d’été à St Germain e della Società Dante Alighieri di Ginevra. Le sue ricerche si sono indirizzate principalmente alla storia della genetica e della biologia molecolare, alla storia della microbiologia e delle malattie infettive, alla filosofia delle scienze della vita e allo studio, teorico e sperimentale delle relazioni fra musica, scienza e medicina. È sposato con Rita Gai e ha tre figli e cinque nipoti.

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