La Stranezza di Andò

La Stranezza di Andò

recensione di Massimo Vittori


Qual è il limite tra finzione letteraria e vita? Esiste una distinzione chiara tra sogno e
quella che definiamo realtà? Da dove nasce l’ispirazione? Che legame ha questa con
l’infanzia e la terra natale di un autore? Una certa dose di follia – una ‘stranezza’ per
dirla con Andò – può essere motore di creatività? Ed ancora: Quali sentimenti deve
suscitare un’opera d’arte nel pubblico per essere considerata tale?


Domande di straziante attualità al tempo dell’Intelligenza Artificiale, nel quale il nostro
potenziale creativo può essere moltiplicato in maniera esponenziale. Così come il
rischio di manipolazione della realtà e di limitazione delle libertà. Un tempo nel quale
si manifesta, seppur in maniera latente, uno bisogno di ‘umano’ – con il suo corollario
di ‘umanità’ – che proprio gli artisti aiutano a non disperdere.

La Stranezza a Ginevra


‘La Stranezza’ di Roberto Andò – film di successo uscito nel 2022, proiettato lo
scorso 27 febbraio a Ginevra, presso i ‘Cinémas du Grütli’, nell’ambito dell’iniziativa Cineforum dell’associazione ‘Cultura Italia / sans frontières’ – ci porta nell’universo creativo di Pirandello. Con la profondità leggera di Toni Servillo nei panni dello scrittore siciliano. Con la leggerezza profonda di Ficarra e Picone, nei panni di Nofrio e Bastiano, due simpatici becchini di professione e ‘dilettanti
professionisti’ del teatro a tempo perso.


Il film solleva così alcune domande sulla linea effimera che corre tra fantasia e realtà
nel processo creativo. Domande alle quali non si danno risposte definitive. Perché,
come canta un altro premio Nobel per la letteratura, ‘The answer, my friend, is
blowin’ in the wind…’ Perché il ‘semplice’ sforzo di porle può contribuire a preservare
la nostra ‘umanità’.

recensione di Stefani Caprara
Ho in mente una stranezza che è diventata quasi un’ ossessione.  La Stranezza, diretto da Roberto Andò è un magico ritorno al passato che ci permette di riscoprire il grande Luigi Pirandello. La trama si svolge nel 1920, quando Pirandello, interpretato magistralmente da Toni Servillo, torna nella sua nativa Sicilia
per festeggiare gli 80 anni dell’amico Giovanni Verga. Qui, si imbatte in un un duo intrigante e divertente, i comici Ficarra e Picone che con una comicità magistrale e neorealistica interpretano i due becchini di Girgenti, appassionati di teatro che gestiscono una compagnia teatrale un po’ scalcagnata, ma con un talento innegabile.


Il film esplora l’incontro fra mondi diversi: Pirandello, le origini profonde, il teatro, gli umili e i potenti locali. La stranezza è proprio nella rappresentazione di questi universi. Il teatro, ancora come estensione della piazza, diventa il luogo in cui si mescolano finzione e realtà, artisti e pubblico. Un gioco di sguardi, un’osservazione della vita quotidiana e un meccanismo di scambio che coinvolge tutti. La regia di
Andò riesce a catturare questa vitalità, creando un equilibrio tra profondità di sguardo e divertimento. La stranezza è un’opera che supera il tempo, è un viaggio nel teatro, nell’arte e nella complessità umana, raccontato con eleganza e divertimento. Un film che merita applausi a scena aperta.

Redazione

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