Pandemia e guerra: due crisi mondiali

Pandemia e guerra: due crisi mondiali

Da tre anni il mondo è colpito dalla grave pandemia di Covid-19, con 500 milioni di casi confermati e almeno sei milioni di morti. A questa crisi sanitaria se ne ora aggiunta un’altra, drammatica, la guerra in Ucraina, invasa dalla Russia di Putin. Le due crisi sembrano molto diverse fra loro, dato che la prima riguarda la medicina e la sanità pubblica, mentre la seconda è nel campo militare e diplomatico. Ci sono tuttavia dei punti comuni, che occorre rilevare. Il primo, ovvio, è che in entrambi i casi la politica svolge un ruolo decisivo. Se ne può poi segnalare anche un secondo, dato che molte persone fortemente contrarie alle misure sanitarie contro il Covid, dai passaporti sanitari ai vaccini, si sono tutte insieme schierate a favore di Putin o almeno hanno assunto posizioni di equidistanza. Del tipo ‘né … né …’, sulla base di una forte critica al modello di stato proposto dal mondo occidentale.

Punti in comune

C’è poi un altro punto comune, che a prima vista può sembrare astratto mentre ha o dovrebbe un formidabile impatto pratico, dato che riguarda la ricerca delle cause dei fenomeni che si osservano. Individuare le cause dei fenomeni permette non solo di comprenderne la natura, ma anche di eliminarli, risolvendo quindi le crisi. Da molte parti, sia per la pandemia che per la guerra, si indicano molte cause e si parla di ‘complessità’, che impedisce di separare chiaramente, nel caso della guerra, i ‘buoni’ dai ‘cattivi’, gli aggrediti dagli aggressori. In effetti nei fenomeni complessi sono in gioco molte cause, ma si dovrebbe poterne isolare una, decisiva. Il modello in questo senso ci viene dalla medicina, che già dalla fine dell’Ottocento aveva trovato il modo di ridurre la complessità delle epidemie. Grazie a una delle svolte teoriche più importanti, che ha cambiato in profondità lo stato sanitario delle popolazioni e quindi anche la storia.

Con l’opera di Louis Pasteur in Francia e Robert Koch in Germania si era infatti affermata la ‘teoria dei germi’. Teoria secondo la quale ogni malattia infettiva ha come causa necessaria un germe specifico. Così, ad esempio, per la tubercolosi si possono indicare molte cause del suo insorgere e del suo diffondersi in una comunità. Come la povertà, l’umidità delle abitazioni, la cattiva alimentazione, una particolare costituzione ereditaria, l’aria malsana, che appunto spinge a costruire sanitari in alta montagna per poter godere di aria pura. Tuttavia, la causa necessaria di qualsiasi forma di tubercolosi è un batterio, il Mycobacterium tuberculosis, chiamato comunemente Bacillo di Koch. Le altre cause possono modificare favorire il contagio o il decorso della malattia, che può andare dai casi asintomatici alla morte. Ma se non c’è il bacillo non c’è la malattia e il bacillo è la causa specifica e necessaria, anche se non sufficiente, della tubercolosi.

Una guerra dopo la pandemia

Da quando si sono scoperti i mezzi per eliminare il bacillo, gli antibiotici, la tubercolosi può essere curata, anche se purtroppo resta ancora una delle malattie più gravi in Paesi economicamente più deboli. Ma nei paesi sviluppati con l’arrivo degli antibiotici i grandi sanitari nelle Alpi si sono svuotati, abbandonati o trasformati in albergo di lusso (il più celebre è il sanatorio Schatzalp  di Davos, in Svizzera, dove si svolgono le storie raccontate da Thomas Mann nella Montagna incantata, divenuto poi un albergo di gran lusso, nel quale è stato girato nel 2015 il film di Paolo Sorrentino Youth).

Anche per la guerra in Ucraina, che minaccia purtroppo di provocare una terza guerra mondiale, con il rischio di una catastrofe nucleare,  si può applicare lo stesso tipo di ragionamento e invocare molte cause, che rendono complessa la situazione : i diritti degli abitanti dell’Ucraina che parlano russo; l’allargamento della NATO verso l’Est ai confini con la Russia, la crisi energetica, il mancato rispetto dei diritti umani e degli accordi diplomatici, la volontà del governo russo di salvaguardare le tradizioni della ‘madre Russia’ e di riaffermare il ruolo di grande potenza. 

Aggressioni simili

Ma come nel caso della tubercolosi, tutte queste cause non hanno lo stesso valore e ce n’è una che deve essere considerata specifica: l’invasione di un paese indipendente da parte di un altro paese, l’aggressione di tutto un popolo da parte di un esercito straniero. E’ questo l’elemento decisivo che deve essere riconosciuto. Affermato con forza, e una volta eliminata questa causa fondamentale si potrà rimediare, con la diplomazia e la cooperazione internazionale, anche agli errori che sono stati commessi nel passato da tutti gli attori della crisi politica. E si potrà sperare che sarà possibile vuotare gli arsenali come sono stati vuotati i sanitari, costruendo la strada per la pace.

Bernardino Fantini

Bernardino Fantini è professore emerito di Storia della Medicina e della Sanità presso l’Università di Ginevra. Nato a Nepi (Viterbo), dopo una laurea in biochimica all’Università di Roma nel 1974, ha ottenuto nel 1992 un dottorato in storia e filosofia delle scienze della vita all’EPHE-Sorbonne di Parigi. Dal 1990 al 2013, è stato direttore dell’Istituto di Storia della medicina e della salute dell’Università di Ginevra. E’ presidente dell’Istituto Italiano di Antropologia, dell’Association des Concerts d’été à St Germain e della Società Dante Alighieri di Ginevra. Le sue ricerche si sono indirizzate principalmente alla storia della genetica e della biologia molecolare, alla storia della microbiologia e delle malattie infettive, alla filosofia delle scienze della vita e allo studio, teorico e sperimentale delle relazioni fra musica, scienza e medicina. È sposato con Rita Gai e ha tre figli e cinque nipoti.

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