Le due Coree

Le due Coree

Il 27 luglio scorso, l’armistizio tra le due Coree ha compiuto settant’anni. Sono passati ben sette decenni da quando la penisola coreana è stata tagliata in due in seguito al cessate il fuoco prima e all’armistizio poi che ha congelato la Guerra di Corea (1950–1953). Una guerra brutale e fratricida che ha coinvolto le Grandi Potenze del Blocco Occidentale e quelle del Blocco Orientale.

L’armistizio del 1953 ha coinvolto direttamente anche la Svizzera. Infatti, per garantire l’accordo, è stato creato un certo numero di commissioni tra cui svetta la Neutral Nations Supervisory Commission (NNSC), incaricata di controllare che le parti rispettino i termini dell’armistizio. La Corea del Sud scelse come nazioni neutrali la Svezia e la Svizzera, la Corea del Nord la Pologna e la Cecoslovachia. Dalla fine del 1991, in seguito a una decisione unilaterale di Kim Jong-il, il governo nordcoreano non riconosce più la NNSC: la Pologna è un paese membro della NATO e la Cecoslovacchia si è divisa in due stati independenti facenti parte anch’essi dell’Alleanza atlantica. Pertanto, Pyongyang non ha più alcun contatto diplomatico con gli osservatori scelti settant’anni fa. Questa situazione ha rinforzato indubbiamente il ruolo svolto sia dalla Svezia che dalla Svizzera. Inoltre, visto l’imminente ingresso di Stoccolma nella NATO, il ruolo del paese neutrale per eccellenza resta quello della Confederazione elvetica.

L’Esercito svizzero ha attualmente cinque ufficiali sul 38° parallelo, ovvero sulla LDM (Linea di Demarcazione Militare), stanziati in un campo a Panmunjom. La presenza dei militari elvetici e svedesi è ancora importante al fine di monitare il rispetto degli accordi degni anni Cinquanta del secolo scorso.

La NNSC è una commissione che desta attualmente molta attenzione, poiché potrebbe divenire un modello per un’eventuale commissione relativa al cessate il fuoco e all’armistizio tra l’Ucraina Occidentale e l’Ucraina Orientale. L’armistizio, secondo alcune importanti feluche, potrebbe rappresentare una soluzione per fermare il massacro di civili e l’espansione della guerra tra Russia e Ucraina al di là delle loro frontiere, Unione Europea inclusa. Ovviamente, Kiev non ritiene una soluzione di questo tipo fattibile o meglio accettabile. Dopo diciotto mesi di guerra, Kiev vuole riportare i confini del suo paese al 2014, Penisola di Crimea inclusa. Per fare ciò ha bisogno ancora di tante armi: l’arrivo dei carri armati Leopard 1 e 2, ma soprattutto degli F-16, potrebbe cambiare le carte in tavola e seppellire definitivamente il progetto di una NNSC per le “due Ucraine”.

Oreste Foppiani

Oreste Foppiani è Visiting Research Fellow e professore associato di Storia e Politica internazionali presso il Robert Schuman Centre for Advanced Studies dello European University Institute (www.eui.eu). Ha insegnato o diretto progetti di ricerca in diversi atenei tra Ginevra, Milano, Tokyo, Washington e New York. Membro dell'Association Genevoise des Journalistes (RP Impressum) e dell'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna (2004-2018), è stato corrispondente permanente di Libertà presso l'Onu di Ginevra dal 2008 al 2016.

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