Una grande stagione teatrale a Ginevra

Una grande stagione teatrale a Ginevra

Si profila una stagione entusiasmante per il Grand Théâtre de Genève.

Il pubblico appassionato di lirica e di balletto sarà sicuramente entusiasta dalla programmazione, ma la sfida più importante per questa grande istituzione è toccare un pubblico nuovo e per questo è pronta ad incontrarlo anche fuori dalle sue mura. Le idee per sfruttare nuove opportunità e ampliare le possibilità del teatro non mancano! Artisti di diversi orizzonti, collaborazioni inedite, luoghi insoliti pur mantenendo, in un saggio equilibrio, un rapporto privilegiato con le persone che hanno già lavorato con il teatro nel passato, perché è sempre bello dare al pubblico la possibilità di ritrovare gli artisti, cantanti, musicisti che ha amato nelle stagioni precedenti.

I tre responsabili, il direttore Aviel Cahn, la drammaturga Clara Pons e il nuovo direttore del balletto Sidi Larbi Cherkaoui, hanno concepito una programmazione intelligente e originale, costruendo una visione personale del modo di pensare le stagioni. Le loro scelte artistiche ed estetiche offrono una vera coesione da una stagione all’altra e si crea, in questo modo, una patina particolare che dà al Grand Théâtre un’identità forte.

Mondi e migrazioni

La tematica della prossima stagione “mondes en migration” (mondi in migrazione) ci tocca profondamente come essere umani. La storia dell’umanità si è costruita in gran parte attraverso diversi processi migratori e questo fenomeno continua ad essere, con l’invasione dell’Ucraina, di una crudele attualità. Ma esiste anche un movimento interno di migrazione che può essere legato a un’esperienza del tutto personale come lo spiega Aviel Cahn e può essere vissuta, compresa in modi totalmente diversi. Questi “mondes” plurali saranno rappresentati durante la stagione 2022-2023 da opere e medium artistici completamente diversi.

La migrazione secondo il fotogiornalista Paolo Pellegrin

Il Grand Théâtre ha deciso, seguendo la sua volontà di apertura e di complementarità delle arti, di associare alla programmazione le immagini del fotoreporter romano, Paolo Pellegrin, membro della famosa agenzia Magnum Photo. Le sue fotografie riescono a trasmetterci, secondo le parole del direttore Aviel Cahn, una bellezza epica malgrado le situazioni conflittuali e drammatiche nelle quali sono state scattate. Ed è esattamente ciò che offre la musica, momenti sublimi con soggetti molte volte terribili, se pensiamo per esempio all’opera di Richard Strauss, Elektra,rappresentata al Grand Théâtre qualche mese fa, a Jenufa di Janacek in cartellone fino al 13 maggio o ancora alla Lady Macbeth de Mtsensk di Chostakovitch programmata a maggio 2023.

Le opere

La Juive di Fromental Halevy (1799-1862), che aprirà la stagione del Grand Théâtre sotto la direzione musicale di Marc Minkowski e la regia di David Allen, prosegue il ciclo “Grand Opéra”. All’epoca della sua creazione, l’opera di Halévy ebbe un grande successo ma venne con il tempo dimenticata fino a sparire completamente dalla programmazione dei teatri. L’entusiasmo del pubblico per “La Juive” all’epoca fu sicuramente incrementato dalla fama notevole del tenore Laurent Nourrit e della soprano Cornélie Falcon, di cui ancora oggi si utilizza il nome per definire un certo tipo di soprano drammatico. Ginevra non aveva più avuto sul suo palcoscenico “La juive” di Halévy dal 1927 e avremo dunque l’occasione di riscoprirla dal 15 al 25 settembre 2022.

Dopo la Jenufa di questa primavera, si potrà di nuovo ascoltare, in autunno, la bellissima musica di Leoš Janáček (1854-1928) con la sua Katja Kabanova. Questo spettacolo, in coproduzione con la Deutsche Opera m Rhein Düsseldorf Duisberg porterà il Grand Théâtre de Genève e l’Orchestre de la Suisse Romande al festival Janáček di Brno – città dove è stata creata per la prima volta l’opera.

La stagione continuerà con due serate dedicate al Combattimento di Tancredi e Clorindadi Claudio Monteverdi. Il progetto di Christina Pluhar e il suo Ensemble l’Arpeggiata ci farà scoprire anche altre opere monteverdiane insieme a compositori meno conosciuti come Luigi Rossi, Antonio Sartorio, Lorenzo Allegri o Maurizio Cazzati. Per questo spettacolo sul tema “Amori impossibili”, Christina Pluhar si affida alle voci di Rolando Villazon, tenore messicano, Céline Scheen, soprano belga e Giuseppina Bridelli, mezzosoprano italiano.

Una ricca programmazione

A dicembre 2022, andrà in scena Maria Stuarda, la seconda opera della trilogia dei Tudor di Gaetano Donizetti (1797-1848). Dopo l’Anna Bolena di questa stagione, ritroveremo la stessa squadra: Stefano Montanari alla direzione musicale, Mariame Clément alla regia, Julia Hansen alla scenografia e il binomio vocale Elsa Dreisig nel ruolo di Elisabetta e Stéphanie D’Oustrac nel ruolo di Maria Stuarda. L’opera non era stata montata al Grand Théâtre dal 2005 e ricordiamo ancora, in modo vivace, l’interpretazione grandiosa di Joyce Di Donato nel ruolo difficilissimo della regina Maria Stuarda. La sua presenza vulcanica sulla scena e le sue doti vocali ineguagliabili ci avevano lasciato senza fiato.

L’anno 2023 inizierà con il Parsifaldi Richard Wagner (1813-1883), grande epopea d’ispirazione medievale. Il libretto, scritto dal compositore, racconta una storia di “pellegrinaggio metafisico” come l’ha ben definito il direttore del teatro Aviel Cahn, un percorso intimo alla ricerca personale del bene e del male. La tematica generale della migrazione prende, qui, una prospettiva del tutto diversa.

Ritroviamo poi Monteverdi una seconda volta con l’opera Il ritorno di Ulisse in Patria. Il ciclo monteverdiano, avviato dal Grand Théâtre, prosegue questa volta con il violinista e direttore d’orchestra Fabio Biondi e il suo Ensemble L’Europa Galante, di cui ricordiamo l’emblematica registrazione delle Quattro Stagioni di Vivaldi. Il ruolo principale, Ulisse, sarà interpretato dal tenore Mark Padmore mentre per il ruolo di sua moglie Penelope tornerà a Ginevra il contralto Sara Mingardo, che ricordiamo meravigliosa nel Lamento di Neris nella produzione del 2015 di Medea al Grand Théâtre di Ginevra, lasciandoci impazienti di rivederla nei panni della regina di Itaca. Il tema dei “Mondes en migration” si rispecchia nel libretto di Giacomo Badoaro che riprende il mito dell’Odissea di Omero dove Ulisse è costretto a navigare lontano dalla sua sposa e dalla sua patria per tantissimi anni.

Un altro momento forte della programmazione sarà sicuramente il Nabucco di Giuseppe Verdi (1813-1901) che concluderà la stagione 2022-2023 a giugno. La presenza dell’autrice e regista brasiliana, Christiane Jatahy, vincitrice del leone d’oro della biennale teatro 2022 di Venezia, preannuncia una produzione originale e uno sguardo nuovo sull’opera di Verdi. La drammaturga Clara Pons ci ha spiegato che il progetto di Jatahy segue il desiderio di rendere universale l’argomento dell’esilio e sensibile alla minaccia ecologica della foresta amazzonica, la regista lo farà dialogare con le migrazioni provocate dalle crisi ambientali.

Il balletto

La programmazione ideata dal nuovo direttore del balletto Sidi Larbi Cherkaoui ci invita in una dimensione molto poetica e contemplativa di cui abbiamo sicuramente bisogno oggi giorno. Il primo spettacolo sarà Mondes flottantsun dittico costituito da una prima parte che si intitola “Skid” con la coreografia di Damien Jalet e la seconda parte “Ukiyo-e” (che significa mondes flottants in giapponese), una creazione mondiale ideata da Cherkaoui.

Sutra, secondo spettacolo della stagione, presenterà il lavoro tra Sidi Larbi Cherkaoui, Anthony Gormley e i monaci del tempio Shaolin. L’arte del kung-fu dei monaci si trasformerà in movimenti di danza con l’accompagnamento della musica del compositore polacco Szymon Bróska.

Il balletto del Grand théâtre torna poi con un altro dittico: Traces. In prima parte, il coreografo Damien Jolet riprende “Thr(o)ugh”, una creazione del 2016. L’artista, testimone dell’attentato di Parigi del 13 novembre 2013, cerca, attraverso questo spettacolo, di sublimare l’esperienza traumatica legata a questo terribile evento. Seguirà durante la stessa serata la creazione “Vïa” di Fouad Boussouf con la scenografia di Ugo Rondinone. I due artisti faranno coesistere sulla scena l’accostamento di due dimensioni opposte : l’artificiale e il naturale.

Ci saranno poi altri progetti “hors les murs” della troupe: Faun/Noetic al Festival de la Bâtie, Electrofaunes con l’orchestre de chambre de Genève e il percussionista Arthur Hnatek a L’Usine e Corps (im)mobiles al Musée d’art et d’Histoire.

La Plage

In risonanza con la programmazione principale del Grand Théâtre de Genève, La Plage propone eventi pensati anche per i più giovani e introduce aspetti più sperimentali ed alternativi. La prima manifestazione, organizzata da La Plage, che avrà luogo il sette e l’otto settembre 2022 alla Paroisse de Veyrier nell’ambito del Festival de La Bâtie, vedrà riuniti La Compagnia del Madrigale e Il Pomo d’Oro, due dei più grandi ensemble per l’interpretazione della musica antica. Questo spettacolo, intitolato Sparge la morte metterà in scena i madrigali di Carlo Gesualdo.

Altre collaborazioni sono state create grazie al dinamismo del gruppo La Plage, in particolare rileviamo quella con il teatro Am Stram Gram e l’Ensemble Contrechamps per la creazione svizzera Electric Dreams.

Possiamo senz’altro affermare che la squadra del Grand Théâtre ha saputo sedurci con le sue proposte originali e di altissimo livello. La conferenza stampa ci ha fatto capire che malgrado questi anni di epidemia c’è tanta voglia di condividere nuove esperienze e di creare passerelle artistiche e umane.

Maria Irene Fantini

Appassionata di arte, teatro e musica, studia pianoforte con Luis Ascot e canto lirico con Isabel Balmori-Martin al conservatorio di Ginevra. Successivamente ottiene un Master of Arts in vocal performance alla Haute Ecole de Musique de Lausanne, nella classe di Frédéric Gindraux. Come mezzosoprano e contralto ha eseguito lo Stabat Mater di Pergolesi al festival « Les transeuropéennes de Rouen » e presso le « Nuits baroques » de Touquet, il Gloria di Vivaldi e il Magnificat di J.S. Bach al « Festival Bach » di Lutry. Insieme al clavicembalista Paolo Corsi e il suo ensemble “Le Harmoniche Sfere”, ha ideato e presentato in concerto il programma La Serenissima con musiche vocali e strumentali del barocco veneziano, concerto registrato dalla dalla RTS-Espace 2. Desiderosa di approfondire le sue conoscenze umanistiche, prosegue gli studi e consegue il Master di Musicologia dell’Università di Ginevra con un lavoro di ricerca su poesia e vocalità in Ottorino Respighi.

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