Sulle orme dei “Vini degli Imperatori”: alla scoperta di NATIV.

Sulle orme dei “Vini degli Imperatori”: alla scoperta di NATIV.

Intervista a Sara Mustone, coordinatrice marketing dell’Azienda Vinicola Nativ.

Due anni fa, durante una cena a Capri a Le Monzù, ristorante stellato dell’Hotel Punta Tragara, mi viene servito un calice di Suadens Bianco, un vino dal carattere suadente come evoca il suo nome, che nasce da un blend super affiatato di 3 uve tipiche della regione Campania: Fiano di Avellino, Greco di Tufo e Falanghina.

Ed è da qui che vorrei partire, per parlarvi di Nativ, una giovane azienda vitivinicola situata nella Regione Campania, precisamente a Paternopoli, sui pendii delle colline di Taurasi, nel cuore dell’Irpinia.

Cara Sara, come nasce l’avventura della tenuta Nativ?

L’azienda NATIV, fondata nel 2008 dall’enologo Mario Ercolino e da sua moglie Roberta Pirone, specializzata in scienze dell’alimentazione come ci rivela lo stesso nome, nasce con l’ambizione ben precisa di valorizzare le uve tipiche del territorio irpino per dar luce ad un vino “originario del luogo”, attraverso la produzione di vini d’eccellenza, come il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo, la Falanghina, l’Aglianico e l’Aglianico di Taurasi.

Le uve sono coltivate su terreni di proprietà, conosciuti per la particolare fertilità grazie al suolo di origine vulcanica, e si estendono per circa 15 ettari, tra Paternopoli e Taurasi.

Inizialmente la volontà dei proprietari era quella di limitarsi alla produzione familiare di poche bottiglie, ma con il tempo le cose sono cambiate. Dal 2011 i nostri vini sono sul mercato e con il tempo sono stati apprezzati non solo in Italia, ma anche all’estero, facendo crescere in maniera inaspettata questa realtà, e la produzione di conseguenza è aumentata.

Mario Ercolino

Mi parli del territorio dove sorgono i vostri vigneti. Quali sono gli elementi distintivi e di unicità̀ che contraddistinguono i vostri vini?

I nostri vigneti sorgono a Paternopoli, Taurasi, Castelvetere, un’area della regione Campania che durante l’epoca romana veniva soprannominata “Campania Felix” per la straordinaria fertilità delle terre di origine vulcanica, famose per la produzione dei “vini degli imperatori”.

Le nostre uve godono di un microclima, un’esposizione e un’altitudine tra i 450- 550 metri che permettono la produzione di vini ben strutturati.

La presenza del Vesuvio e le sue passate eruzioni hanno influenzato il sottosuolo, arricchendolo di materiali vulcanici e calcarei. Il terreno è ricco di magnesio, fosforo e potassio e la differenza si percepisce immediatamente al naso e nel bicchiere con vini sapidi e minerali. I vini vulcanici risultano generalmente freschi e di ottima beva, dal gusto ricco ed equilibrato, oltre che ad essere molto longevi.

Quanti collaboratori lavorano nell’azienda e quante bottiglie l’anno producete?

L’azienda Nativ conta circa 30 dipendenti, tra uffici e cantina. Attualmente siamo arrivati a produrre quasi un milione di bottiglie all’anno.

Vino Nativ

Se dovesse raccontare dei vini Nativ a chi non li ha mai assaggiati, come li descriverebbe?

Ogni vino prodotto dalla nostra cantina è dotato di un carattere unico e inconfondibile, ottenuto nel pieno rispetto della tradizione e con un occhio sempre al futuro e alle tecniche più avanzate di vinificazione che permettono alla cantina, di lasciare intatte le qualità organolettiche di ogni chicco d’uva.

I nostri vini sono equilibrati, morbidi ed al tempo stesso dotati di buona struttura. Grazie alle tecniche di vinificazione utilizzate dal nostro enologo Mario Ercolino, pre-macerazione a freddo e macerazione a temperatura controllata, il colore e il profumo restano intensi, ma il tannino smorzato.

All’olfatto il nostro Aglianico è sicuramente intenso, complesso, fruttato, speziato. Le note fruttate sono calde e avvolgenti, di amarene e prugne in confettura che emergono soprattutto nei vini più maturi; evidenti anche sentori speziati di pepe nero, liquirizia e rabarbaro. Il Greco ha un penetrante odore di fiori, di frutta matura fermentata, un susseguirsi di mele e fragole, liquirizia e anice, formaggio, mandorle, noci e nocciole. Al naso il Fiano ha profumo delicato di frutti tropicali, ananas, pere e fiori come l’acacia, su di un sottofondo di nocciole, miele e mandorle tostate.

Nel tempo, l’Azienda Nativ ha aumento la distribuzione e l’esportazione sia all’interno dei paesi della comunità̀ Europea, che su territori extra Europei, ed è riuscita ad imporsi come una realtà̀ di riferimento per vini che rappresentano bene il vostro territorio. Quali sono i paesi stranieri che vi stanno dando maggiore soddisfazione? E cosa può̀ dirci in particolare del mercato svizzero?

I mercati stranieri sicuramente ci hanno dato e continuano tutt’oggi a darci molta soddisfazione. Belgio, Olanda, Svizzera, Usa, Repubblica Ceca, Germania, Brasile, e tanti altri ancora ci sostengono mostrandoci ogni volta sempre di più quanto credono nei nostri vini.

Il mercato svizzero è stato uno dei primi in cui siamo approdati. La catena Mövempick ci ha dato la possibilità di entrare nel mercato invitandoci a prendere parte a diverse iniziative organizzate sul territorio elvetico. L’incontro è stato casuale, in occasione di una fiera. Il buyer ha creduto in noi, nel nostro marchio e nei nostri prodotti. Ci ha aiutati ad acquistare rapidamente sempre più visibilità e notorietà. Il resto direi che è venuto da sé. Ora c’è chi ci contatta anche privatamente per conoscere le novità magari non ancora presenti ufficialmente sul mercato o anche semplicemente per complimentarsi.

C’è stato addirittura chi ha scelto uno dei nostri vini come bomboniera di nozze.

E questo ci riempie di grande soddisfazione, soprattutto se si tiene conto del fatto che la nostra regione Campania è presente sul mercato internazionale del vino solo da qualche anno.

Come ci ha appena detto i vostri vini sono distribuiti dalla catena Mövempick Vins. Saprebbe dirmi quali sono i vostri rossi e bianchi più apprezzati dai consumatori elvetici?

Tra i rossi direi sicuramente il nostro Bicento. Bicento significa letteralmente “due volte cento” e il nome di questo vino è dovuto proprio alla longevità dei vigneti da cui è ricavato, che hanno 200 anni, vigneti miracolosamente sopravvissuti alla filossera che iniziò a colpire le produzioni vinicole in tutta Italia intorno al 1879.  Ricavato da uve di aglianico dei campi taurasini, il Bicento, dal colore rosso rubino, viene affinato in barrique di rovere francese per 12-18 mesi. Al palato è concentrato e denso, al naso presenta aromi di frutti rossi maturi, ciliegia, spezie e cioccolato. Ottimo da abbinare a piatti a base di carne rossa, selvaggina, formaggi stagionati, piatti preparati con salse di carne.

Tra i bianchi, invece, direi Il nostro Suadens Bianco, un blend di Fiano, Greco e Falanghina. Un vino fresco e fruttato, suadente al palato, come evoca il nome stesso, con note di mela Limoncella, pesca Bellella di Melito Irpino e di nocciola Avellana e miele. Ottimo per esempio con carni bianche, crostacei o molluschi, ma anche formaggi di media stagionatura e dolci a base di castagne. Un vino piacevolissimo, difficile da dimenticare, molto apprezzato all’estero, tant’è che rientra tra i nostri best seller.

La pandemia ha destabilizzato molto il mercato del vino italiano. Come ha influenzato il vostro business? E come è cambiato il vostro approccio con il consumatore?

Sicuramente durante i due anni di Covid c’è stato un fermo, ma ciò che ci ha aiutato e permesso di fare di più è stato l’online. Tra social network ed e-commerce il nostro fatturato è aumentato, questo anche perché bere del buon vino davanti ad un camino, soprattutto nel periodo invernale, era anche un modo per sentirsi “vivi”.  

Abbiamo investito molto su Instagram e Facebook, promuovendo i nostri prodotti con delle immagini attrattive che non risultassero monotone e che invogliassero la gente a conoscerci e a provare a compare i nostri prodotti.

Abbiamo realizzato anche dei video spot che ci hanno permesso di entrare nelle case in un momento in cui c’era bisogno di energia positiva. Siamo sempre rimasti disponibili all’ascolto, cercando di rispondere  ad ogni particolare richiesta o esigenza. Non ci siamo mai fermati, anzi abbiamo cercato di usare questo tempo per studiare, migliorarci sempre di più, in modo da soddisfare al meglio chi ci segue e chi ci ama.

Se dovesse abbinare un suo vino ad un piatto, quale sarebbe l’abbinamento perfetto?

I primi piatti a base di sughi o di carne alla brace sono perfetti per i nostri rossi.

Pietanze di pesce, come spaghetti alle vongole o linguine allo scoglio, sicuramente sono perfetti con il nostro Greco.  Per le carni bianche come pollo al forno e patate suggerirei un buon Suadens Bianco.

Per il periodo Natalizio, invece, andrei su un Taurasi Rue 333, un vino rosso a base di uve Aglianico, con affinamento in barriques per 36 mesi. Un favoloso vino dalle note di liquirizia e spezie, perfetto con carni rosse, selvaggina o primi piatti a base di sughi di carne, come le pappardelle di cinghiale!

Nel 2019 Nativ è stata premiata da Wine Spectator come una delle migliori 103 cantine d’Italia. Quali sono i sogni, i desideri o le aspettative per il futuro?

Siamo stati molto fieri di questo riconoscimento che ci ha motivato a fare sempre di più. Accontentare i clienti è sicuramente il nostro obiettivo più grande. Nel frattempo stiamo ultimando la cantina per offrire, a chi desiderasse conoscere il mondo Nativ, un’esperienza indimenticabile.

Concludo questa piacevolissima intervista con un’ultima curiosità: avremo a breve il piacervi di avervi qui a Ginevra in occasione di qualche evento o degustazione di vini?

Purtroppo, a breve no, ma in futuro non è escluso. Ci impegneremo comunque per essere sempre più presenti e per comprendere le diverse esigenze dei consumatori. Nell’attesa, per chi volesse scoprire di più sui nostri prodotti, siamo disponibili telefonicamente o via email. Ci trovate online!

Cristina Ferrari

Torinese, classe ’74, un diploma in lingue e una laurea in economia e commercio. Mamma di due bimbi, Jacopo e Ginevra, dal 2006 vive a Ginevra dove ha lavorato per qualche anno come assistente per il Progetto Medicis-Promed, un progetto in ambito di ricerca medica e oncologica finanziato dall’Unione Europea e coordinato dal CERN. Amante della vita, positiva, tenace, viaggiatrice, curiosa, con la passione infinita per il buon cibo e il buon vino, nonché ottima cuoca, adora entrare in contatto con realtà protagoniste dell’eccellenza enogastronomica italiana e non solo, sperimentando nuovi piatti e scovando nuovi ristoranti e produttori insoliti durante i suoi viaggi.

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