Davide Dormino: l’arte come la libertà

Davide Dormino: l’arte come la libertà


Davide Dormino, artista contemporaneo e autore dell’opera “Anything to say?”, scultura esposta a Ginevra e in molte altre città europee, ha l’obiettivo di trasmettere un messaggio di coraggio e di libertà di espressione.

Friulano di nascita ma romano d’adozione, la scultura raffigura in dimensioni reali, in piedi su tre sedie, Julian Assange, Chelsea Manning e Edward Snowden con a fianco una quarta sedia vuota. Dormino ha parlato con noi per spiegare il successo di quest’opera e la sua arte.

Cosa vuole rappresentare questa scultura?

Anything to say? (Niente da dire?), è una scultura itinerante dedicata al coraggio e alla libertà d’espressione e d’informazione. Inizia il suo percorso a Berlino il 1° maggio 2015. Successivamente, arriva anche in altre città d’Europa con l’obiettivo di sviluppare il senso critico. Questo perché è cambiando il nostro punto di vista, incarnando la responsabilità, in questo caso con un gesto molto semplice, ovvero salire sulla sedia vuota, che acquisiamo consapevolezza. È l’azione a renderci liberi.  

Se siamo informati, possiamo decidere da che parte del mondo vogliamo stare.

  • Davide, come è nata l’idea di questo progetto scultoreo?

L’idea di quest’opera é nata da un’esigenza che ho sentito da artista. L’urgenza di raccogliere lo spirito del tempo e renderlo visibile, come in questo caso in cui ho cercato di fare luce sulla vicenda di questi tre personaggi: Julian Assange, Chelsea Manning ed Edward Snowden. Come ben sappiamo, attraverso la storia, hanno sfidato i poteri del mondo, rivelando crimini di guerra, violazioni dei diritti umani e mostrando il lato oscuro dei potenti. È un monumento classico di cui tutte le piazze del mondo sono piene, ma a differenza di queste, che sono su un piedistallo, Anything to say è sul livello strada e si sposta per il mondo.

Così, nel 2013, con il sostegno di alcuni amici, ho iniziato questo progetto che ho tradotto in scultura.

100mila euro ricevuti da oltre 500 donatori

  • Perché la scelta di questi tre personaggi e cosa rappresentano?

Sono tre eroi contemporanei che hanno avuto il coraggio di dire la verità al mondo e per questo stanno pagando tutti un prezzo altissimo. Assange, attraverso Wikileaks, ha fatto quello che ogni giornalista dovrebbe fare, e se il giornalismo si misura con gli effetti prodotti dalle rivelazioni, allora Julian Assange è il più grande giornalista di tutti i tempi.

Questa scultura vuole essere un campanello d’allarme, una spia rossa accesa, ma anche un piedistallo su cui salire e prendere una posizione.

La libertà d’espressione, per Dormino è l’assunzione delle responsabilità

  • In quante città è stata esposta quest’opera così significativa?

L’opera ha iniziato il suo percorso a Berlino (Alexanderplatz) il 1° Maggio del 2015. Successivamente l’Opera  si è spostata a Dresda (Theaterplatz, Ostrale), Ginevra (Place des Nations), Parigi (Place Georges Pompidou), Strasburgo (Place Kléber), Tours (Gare de Tours), Perugia (Piazza IV Novembre), Belgrado (Dev9t Festival), Ptuj-Slovenia (Art Stay Festival), Roma (Piazzale Aldo Moro), Spoleto (Piazza Campello), Berlino (Brandenburger Tor), Bruxelles (Place de la Monnaie), Cologne (Kölner Dom), Geneva (Bains de Pâquis).           

  • Come selezioni il materiale con il quale realizzi le tue opere?

I materiali che utilizzo sono il concetto stesso del lavoro, principalmente materiali che durano nel tempo come il bronzo, il marmo e il ferro, sono fatti per resistere. 

  • Secondo te, l’arte può spingere a cambiare le cose nell’attuale società?

Per me l’arte è l’immaginario che misura la temperatura dei popoli. Senza l’arte e gli artisti non potremmo decodificare il nostro tempo. Considero le arti in genere un’arma di costruzione di massa critica.

  • Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sto lavorando su vari progetti, uno di arte ambientale, un’opera pubblica per il 70esimo anniversario della fondazione di una città del Costarica, una storia tutta italiana.

Ho inaugurato la settimana scorsa una mostra a Roma in una piccola galleria che si chiama Curva Pura dove ho presentato una nuova grande opera in ferro che invade lo spazio, Un muro, impenetrabile come una fortezza  che quasi impedisce allo spettatore di entrare. In un punto non visibile a tutti c’è uno spioncino, come quelli che abbiamo sulle porte di casa. Chi lo trova e ci guarda attraverso, scorge una piccola perla.

“Sai come nasce una perla? Da un intruso, un granello di sabbia che ferisce l’ostrica che per proteggersi secerne il liquido madreperlato che ingloba pian pian quell’intruso conferendo ad esso rotondità per non ferirsi più”.

Quest’opera è un invito ad avere occhi nuovi.

Davide Dormino

Samantha Gatto

Samantha Gatto, nata a Ginevra il 23 aprile 1985, dopo aver trascorso i primi dieci anni in Svizzera, ha voluto proseguire i suoi studi artistici tra Milano e Roma, dove ha ottenuto il suo diploma in Storia dell’Arte con specializzazione in Beni Culturali. Nel 2009, torna a Ginevra per lavoro e sceglie di intraprendere una carriera in ambito amministrativo. Parallelamente, mantiene un forte legame con Roma, continuando a coltivare la sua passione organizzando mostre sull’arte contemporanea e allo stesso tempo si cimenta in ambito giornalistico con la pubblicazione di diversi articoli su testate locali.

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