Beato un popolo che… non ha bisogno di volontari professionisti!
Parafrasando l’autore dell’Opera da tre soldi verrebbe veramente da dire che è beato quel popolo che non ha bisogno di volontari professionisti. Il Cantone di Ginevra ospita numerose associazioni italiane di volontariato. I membri di queste associazioni si adoperano pro bono in pregevoli attività a sostegno della comunità italiana o semplicemente di tutte le persone in difficoltà.
Tuttavia, ci sembra che un certo tipo di volontariato sia fine a se stesso o meglio sia diventato una professione; cioè, ciò che dovrebbe essere volontariato, da svolgere nel tempo libero o durante la meritata pensione, sia ormai diventato una vera e propria professione per essere sotto le luci del proscenio. Inoltre, vi è una certa tendenza a tenere in vita associazioni o enti desueti che hanno una risicatissima utenza a fronte di costi fissi che fanno sì che il gioco non valga più la candela. Sono enti inutili che servono solo a tenere occupati i professionisti del volontariato.
Ginevra e le associazioni italiane
Infine, la professionalizzazione di un certo tipo di volontariato che non persegue dei veri fini assistenziali, umanitari o culturali, ma che serve a creare piattaforme elettorali o clientelari di vario tipo è nociva per le comunità a cui essa si rivolge. Il “dare per avere” diventa la colonna sonora di una tale attività che, pertanto, è svuotata di quell’aspetto puramente volontaristico e a tempo parziale che tutte queste attività dovrebbero avere.
Il Consolato d’Italia – in collaborazione con le autorità comunali e cantonali –, dovrebbe monitorare questi tipi di volontariato al fine di evitare il consolidamento o lo sviluppo di qualsiasi ambiente clientelare lesivo dell’immagine della Penisola nel mondo.
No Comment