Maria Rosa Crivellari, la passione per il mondo

Maria Rosa Crivellari, la passione per il mondo


Maria Rosa Crivellari, nostra connazionale di Milano, vissuta per diversi anni a Londra dove ha studiato orientandosi nel mondo linguistico.

Traduttrice professionista a Ginevra dal 1992, città nella quale ha ottenuto il suo Diploma di traduzione preso la Scuola Superiore di Traduzione e Interpretazione di Ginevra (Ecole de Traduction et Interprétation – ETI), specializzandosi successivamente, nel 2000, in terminologia.

Il suo grande impegno nell’ambito linguistico, le fa ottenere dallo Stato di Ginevra anche il titolo di traduttrice giurata, grazie al quale ad oggi collabora regolarmente con le autorità.

Oltre a questa funzione di grande responsabilità, Maria Rosa condivide anche la passione per il suo mestiere nell’insegnamento all’università di Ginevra, dando dei corsi di metodologia della traduzione al livello Bachelor e di traduzione giuridica al livello Master

Come è nata la tua passione per le lingue straniere?

Alle scuole medie, in Italia. Mi piaceva molto l’inglese. Mi piacevano i suoni delle lingue straniere e soprattutto il fatto di riuscire a capirne il senso e di poter comunicare. Ancora oggi, non amo rimanere a lungo in un luogo di cui non capisco la lingua. Quando è possibile, cerco di prepararmi prima di partire, cercando di imparare frasi correnti o parole utili.

Perché la scelta di voler diventare traduttrice a Ginevra?

Non è stata una scelta professionale, ma personale. Ho conosciuto un ginevrino di cui mi sono innamorata e che ho sposato. Inizialmente, volevo studiare a Londra, dove allora vivevo. Alla fine, il destino mi ha portato qui, ed è stato un bene: la Scuola Traduttori e Interpreti, che oggi è Facoltà, è una delle migliori del mondo.

Il mestiere di traduttrice giurata deve essere molto minuzioso ed esigente, raccontaci esattamente in che cosa consiste?

Bisogna tradurre dei testi giuridici (sentenze, atti, rogatorie e altro) utilizzando la terminologia giuridica adatta. È un linguaggio tecnico molto particolare, che richiede tempo, per impararlo, e attenzione, perché sono testi che comportano una grande responsabilità da parte del traduttore e un errore può costare caro.

Sei anche insegnante, com’è il rapporto con i tuoi allievi?

Ottimo. Mi piace molto il contatto con i giovani e mi piace trasmettere loro quello che so. Ma non la considero una relazione a senso unico, nel senso che io insegno e loro imparano. Io imparo moltissimo da loro. Sono le loro domande che mi spingono ad approfondire certi ambiti, a perfezionare certe presentazioni e a cercare diversi modi di spiegare concetti che non sono sempre evidenti.

Durante tutti questi anni in Svizzera, sei sempre riuscita a mantenere il tuo legame con l’Italia?

Tutta la mia famiglia è in Italia. Ci torno regolarmente, almeno 3 o 4 volte all’anno, per vedere parenti e amici. Seguo l’attualità italiana, per interesse e anche perché è importante per il mio lavoro. Un traduttore deve sempre essere al corrente di ciò che succede nel mondo, delle novità politiche, tecnologiche e, nel mio caso, anche giuridiche. Tutte le novità sono fonte di neologismi, che il traduttore deve conoscere.

Hai un progetto che vorresti realizzare nel futuro?

Non ho progetti professionali particolari, ma personali. Spero di poterli realizzare un giorno, quando avrò più tempo per me. Ora sono una traduttrice, un’insegnante e una nonna appagata. Cosa volere di più?

Sei molto attiva nella realizzazione di progetti umanitari, ce ne potresti parlare?

Sono membro del Lions Club Genève-Lac, uno dei Lions Club di Ginevra. Ci occupiamo di progetti umanitari che possono essere locali o internazionali. Aiutiamo soprattutto bambini, donne, persone disabili, attraverso associazioni che hanno bisogno di un sostegno finanziario per acquistare qualcosa di concreto: un ascensore per un centro di disabili, una settimana di vacanza per bambini provenienti da famiglie senza mezzi, un aiuto per la costruzione di una maternità in Africa o per permettere a delle bambine yemenite di andare a scuola. Ogni anno il Club seleziona un progetto sul quale lavorerà diversi mesi per raccogliere fondi e trovare sponsor.

Vi è un progetto in particolare di cui vorresti parlarci?

Durante la mia presidenza (ogni membro diventa presidente del Club per un anno), abbiamo sostenuto un progetto di ricerca del Prof. Courtine dell’EPFL, al fine di far partecipare una persona paraplegica al suo nuovo protocollo di riparazione e crescita del midollo osseo, affinché potesse di nuovo sperare di poter camminare. Non mi addentro nei dettagli, ma il protocollo comportava un’operazione chirurgica e la posa di un dispositivo nel paziente. Pensavamo di poter finanziare la partecipazione di una persona, ma alla fine abbiamo raccolti fondi per 4 pazienti! È stata una grande emozione e una bellissima soddisfazione. I risultati poi sono stati stupefacenti.

Se dovessi dare un consiglio ad un futuro traduttore o traduttrice, cosa diresti?

Direi che è un mestiere bellissimo, perché ti permette di imparare moltissimo. I traduttori devono sempre fare ricerche per sapere come affrontare un testo e per conoscere la terminologia di un certo settore. Ad ogni nuova traduzione, si impara qualcosa. Per questo consiglierei di essere curiosi, di informarsi sempre e di non rifiutare mai una traduzione che ci costringe ad uscire dalla nostra “zona di comfort”: è così che si cresce!

Le lingue sono comunicazione e apertura al mondo, sono il canale attraverso il quale tutte le informazioni passano e poi vengono divulgate per diversi scopi utili nel mondo e quello del traduttore è un ruolo indispensabile nella società.

Samantha Gatto

Samantha Gatto, nata a Ginevra il 23 aprile 1985, dopo aver trascorso i primi dieci anni in Svizzera, ha voluto proseguire i suoi studi artistici tra Milano e Roma, dove ha ottenuto il suo diploma in Storia dell’Arte con specializzazione in Beni Culturali. Nel 2009, torna a Ginevra per lavoro e sceglie di intraprendere una carriera in ambito amministrativo. Parallelamente, mantiene un forte legame con Roma, continuando a coltivare la sua passione organizzando mostre sull’arte contemporanea e allo stesso tempo si cimenta in ambito giornalistico con la pubblicazione di diversi articoli su testate locali.

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