Romana Petrini, la Cina e i piccoli Tom e Meihua

Romana Petrini, la Cina e i piccoli Tom e Meihua

Romana Petrini, autrice del libro “Percorsi cinesi – Mille giorni diecimila emozioni” pubblicato nel 2016, parla del recente progetto con i libri “Tom e Meihua”. Raccontano dell’amicizia tra bambini provenienti da due culture molto diverse, senza pregiudizi o razzismo, nel rispetto delle proprie origini.

Cittadina di Massagno (Svizzera italiana), in passato insegnante di materie economiche, Romana Petrini ha poi deciso di dedicarsi alla famiglia, riavvicinandosi in seguito alla sua passione per i libri come fonte di studio soprattutto per i viaggi, la cultura e la storia dell’arte. Attraverso le sue numerose testimonianze, scopriamo i valori e i segreti che racchiudono queste sue opere letterarie, mettendo in luce la tematica dell’accettazione e dell’integrazione nonostante le differenze culturali, lasciando spazio ad un mondo migliore all’insegna dell’assoluta umanità.

Da dove nasce la tua passione nello scrivere racconti per bambini?

Alcuni anni fa avevo frequentato un atelier di scrittura creativa per ragazzi. Al termine del corso ci era stato chiesto di comporre un testo, che sarebbe poi stato corretto e commentato in classe. Non immaginavo, scrivendo quelle tre pagine, che avrei avuto l’ispirazione per continuare il racconto e arrivare a un libro e a un progetto da realizzare. E così è nato non un libro, ma due! 

Romana Petrini e le avventure di Tom e Meihua

Di cosa narrano esattamente i tuoi libri “Tom e Meihua”?

Dell’amicizia tra un bambino italo-svizzero e una bambina cinese, di due paesi molto lontani e diversi! Nel primo libro c’è l’incontro tra Tom e Meihua (fiore di prugno) nel cortile della scuola, all’inizio dell’anno scolastico. Comincia l’amicizia e la scoperta delle diverse abitudini. Il libro si conclude con le vacanze invernali a casa dei nonni di Tom, sui monti del Ticino.  L’amicizia continua con il secondo libro che porta il giovane lettore a viaggiare durante le vacanze estive, con Tom, Meihua e la mamma di Tom, partendo dalla pianura novarese, dove risiedono. Direzione il Ticino, dai nonni, e in seguito attraverso la Svizzera arrivo a Ginevra dagli zii.    

Curiosa l’illustrazione della copertina del primo libro: ha un significato particolare?

Rappresenta il cerchio taoista che racchiude lo yin e lo yang.Normalmente  di colore nero e bianco, che significa la complementarietà degli opposti (in questo caso bambino e bambina, occidentale e orientale.

Integrazione multiculturale

Attraverso i tuoi racconti, qual é il messaggio che vuoi trasmettere?

Con l’amicizia tra Tom e Meihua sono proposti spunti sullo studio della diversità culturale e non solo. Perché attraverso la vita quotidiana, tra le righe, ci sono suggerimenti per approfondire temi contemporanei.

Com’è nato il tuo legame con la Cina?

Nel 2006 é iniziata una nuova tappa della mia vita, assolutamente non immaginabile fino a quando a mio marito è stato proposto un soggiorno professionale a Pechino, per due anni. L’ho seguito con un po’ di preoccupazione ma alla fine dei due anni mi sono pentita di non avere il terzo anno, che ci era comunque stato proposto all’inizio. Mi sono però rifatta continuando a viaggiare in Cina, dopo il 2008, data del nostro ritorno in Svizzera. Ogni anno, fino al 2019, ci ho passato circa tre mesi. Preferivo soggiornare a Pechino per continuare ad immergermi in quel mondo che, nonostante rapidi cambiamenti, riserva ancora molte diversità, soprattutto sulle relazioni umane. Bisogna capire il loro modo di pensare, scaturito da una storia plurimillenaria e con approcci diversi a livello morale e filosofico.

Non bisogna dimenticare la diversità della lingua, che dopo pochi mesi ho voluto cominciare a studiare e non ho ancora finito, ma ho raggiunto un obiettivo: poter vivere il quotidiano, viaggiando da sola e poter leggere le carte geografiche, qualche guida di viaggi e avere un’idea delle descrizioni in cinese.

Il legame con la Cina

Quale ricordo dei tuoi viaggi in Cina custodisci nel cuore?

Il contatto con le persone, perché come dicevo, ci sono delle diversità, talvolta per noi non comprensibili se non si conosce la loro cultura. È bellissimo ricordare il sorriso delle persone incontrate per caso in un viaggio o nell’altro, avvicinate per una foto, per una piccola frase (in cinese) o ricordare l’invito a pranzo, in un tempio buddista sull’altopiano tibetano. Oppure, in almeno due occasioni, il pranzo che in modesti ristoranti ci è stato offerto perché “venivamo da lontano”, principio del confucianesimo dell’accoglienza dello straniero che arriva da lontano e che bisogna accogliere con rispetto e gioia.

Che cosa custodisco? Importanti per me sono anche le migliaia e migliaia di foto delle decine di migliaia di chilometri percorsi da nord a sud, da ovest a est che ravvivano i miei ricordi. 

I tuoi libri sono indirizzati ad una fascia precisa d’età?

“Percorsi cinesi” è un libro per adulti, con esperienze di viaggi di un’espatriata  in un paese inizialmente sconosciuto che è però entrato a fare parte del mio quotidiano. Ne studio ancora la lingua e la cultura cinese e frequento anche qualche corso come uditrice a UNIGE.

I libri con l’amicizia tra Tom e Meihua “Una nuova amicizia” e “Una bella vacanza” sono per bambini delle elementari ed esistono anche in versione francese.

Uno sguardo al futuro

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Vorrei fare continuare l’amicizia tra Tom e Meihua con ancora due racconti, introducendo altri personaggi di continenti diversi, sulla base di situazioni reali contemporanee e chiudere quasi un cerchio sulla diversità. Desidero soprattutto dar seguito e sviluppare le relazioni con le scuole: attraverso la lettura e degli atelier, collaborare con gli insegnanti, approfittando delle mie esperienze di vita che mi hanno aperto la visione sulla “diversità”, che ritengo giusto proporre ai bambini in modo attraente e senza pregiudizi, talvolta trasmessi da adulti e media. Con i miei 75 anni quest’anno festeggio anche i miei quarant’anni in Svizzera (Ginevra e Ticino) più una deviazione in oriente; questo mi permette di vivere gli anni della mia vecchiaia con salutari interessi e attrazioni culturali.   

I libri di Romana Petrini sono un inno alla solidarietà e all’educazione che sono componenti fondamentali per un futuro migliore.

Samantha Gatto

Samantha Gatto, nata a Ginevra il 23 aprile 1985, dopo aver trascorso i primi dieci anni in Svizzera, ha voluto proseguire i suoi studi artistici tra Milano e Roma, dove ha ottenuto il suo diploma in Storia dell’Arte con specializzazione in Beni Culturali. Nel 2009, torna a Ginevra per lavoro e sceglie di intraprendere una carriera in ambito amministrativo. Parallelamente, mantiene un forte legame con Roma, continuando a coltivare la sua passione organizzando mostre sull’arte contemporanea e allo stesso tempo si cimenta in ambito giornalistico con la pubblicazione di diversi articoli su testate locali.

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1 Comment

  1. Bella intervista.!
    Romana riesce sempre a stupirmi per la sua vasta cultura e la verve di scrittrice in prosa e assidua viaggiatrice
    Brava Romana.
    a presto in Ticino.

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