La piaga delle medicine contraffatte
La lotta per rendere visibile al grande pubblico il dilemma dei medicinali contraffatti o di qualità scadente al centro di una tavola rotonda all’Hotel InterContinental di Ginevra
Parafrasando la famosa canzone di Bob Dylan, la risposta alla domanda del titolo di questo articolo sarebbe: “Un soffio nel vento”. Il problema delle medicine taroccate o di bassa qualità non è un problema nuovo, ma finora la comunità internazionale ha risposto con un “soffio nel vento”. L’organizzazione senza fini di lucro Fight the Fakes Alliance (“L’Alleanza per combattere le medicine contraffatte o substandard”), esiste da oltre un decennio e la sua missione è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica e innalzare il livello di consapevolezza e collaborazione di tutti gli attori lungo la catena di approvvigionamento dei medicinali per prevenire il problema e proteggere i pazienti.
Fight the Fakes, da quando è stata fondata, sottolinea il fatto che ogni settimana la stampa diffonde notizie che riguardano contaminazioni e decessi legati a medicinali contraffatti o di bassa qualità. Infatti, secondo uno studio pubblicato nel 2019 dal quotidiano inglese The Guardian, 250 000 bambini perdono la vita ogni anno a causa di impurezze presenti nei medicinali assunti per motivi relativamente banali, come la cura di una semplice tosse.
Nell’ottobre 2021, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha emesso un’allerta globale riguardo a quattro sciroppi contro la tosse prodotti ad Haryana, in India. L’allerta dell’OMS è scattata a causa di due eccipienti comuni degli sciroppi: il glicole dietilenico e il glicole etilenico, che contenevano impurità tossiche, che hanno provocato la morte di almeno 66 bambini in Gambia. Il bilancio dei decessi sarebbe più elevato, se si estendesse ai paesi limitrofi.
Per celebrare la settimana dedicata alla lotta ai medicinali contraffatti o di bassa qualità insieme alla Giornata di Solidarietà ai Pazienti, lo scorso 7 dicembre Fight the Fakes ha convocato una tavola rotonda all’Hotel InterContinental di Ginevra (https://www.youtube.com/watch?v=wCXpzD8AVTI). Il tema della tavola rotonda, che riuniva rappresentanti dell’OMS, dell’Alleanza Internazionale dei Gruppi di Pazienti, lo University College London (UCL), la United States Pharmacopeia (USP) et alia, era: “Assicurare la catena di approvvigionamento dei medicinali per proteggere i pazienti”.
Sireesha Yadlapalli, vicepresidente per gli affari governativi e regolamentari della USP, ha affermato che “servono più controlli per gli eccipienti, ossia gli ingredienti inattivi dei prodotti medicinali come solventi, reagenti e agenti per migliorare il gusto o l’apparenza di un prodotto”. Gli eccipienti sono sottoposti a controlli meno severi rispetto agli ingredienti farmaceutici attivi (APIs).
Pernette Bourdillon-Estève, Technical Officer dell’OMS, ha parlato di incidenti e medicinali contraffatti e di qualità scadente. L’OMS definisce tre pilastri per combattere le medicine contraffatte e di bassa qualità: la prevenzione, la scoperta e le risposte. Le informazioni di cui gode l’OMS dipendono dalla vigilanza dei paesi nel segnalare questi casi. I paesi vanno stimolati a segnalare le medicine contraffatte, perché il loro rilevamento non è segno di debolezza della catena di approvvigionamento, ma riflette favorevolmente la capacità del paese di individuare la qualità insufficiente dei farmaci. Questo è un passo cruciale verso la tutela del paziente e la prevenzione dell’inutile perdita di vite, spesso quelle dei bambini.
Oksana Pyzik, docente alla UCL School of Pharmacy, sostiene che una delle più grandi sfide è la mancanza di consapevolezza da parte del pubblico. Purtroppo, molte farmacie virtuali sono apparse durante la pandemia di COVID-19 e i pazienti non sanno distinguere quelle legali da quelle che operano senza la tutela della legge. Pyzik ha sottolineato che i farmacisti sono l’ultima linea di difesa prima che i pazienti ricevano le medicine. C’è una reale opportunità per informare il paziente in merito ai pericoli dei medicinali contraffatti o substandard.
Kawaldip Sehmi, amministratore delegato dell’Alleanza Internazionale dei Pazienti (IAPO), ha sottolineato che “la contraffazione di medicinali e la distribuzione di prodotti di qualità scadente è una fonte importante di guadagno per alcuni gruppi della criminalità internazionale.” La distribuzione di questi prodotti deve essere considerata un reato e i colpevoli giudicati per omicidio.” Le pene per la distribuzione di questi prodotti devono essere parificate allo spaccio di sostanze stupefacenti. Tuttora, la legge protegge i criminali responsabili di questi traffici illeciti.
La discussione ha dimostrato come una sforzo trasversale tra le parti sia necessario per tutelare i pazienti e assicurare una buona fiducia nella cure che possono migliorare e salvare la vita.
Andrea Vassalotti
Andrea Vassalotti è Director of Partnerships and Programs presso la World Heart Federation (www.world-heart-federation.org). Ha ricoperto ruoli dirigenziali nella divisione Corporate Sales & Marketing della DuPont de Nemours dal 2000 al 2016. Laureata in Economia alla Hofstra University di New York, è titolare di un Master in Business Administration della SDA Bocconi.
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